Amateur

Colpa della crisi…
A causa della crisi, mi son ritrovato all’improvviso senza lavoro ma, grazie alla mia intraprendenza e alle mie competenze, mi sono subito rimesso in gioco e in società con un amico che si occupa di lavori da svolgere in casa delle persone o in attività commerciali.
Passate le prime settimane in affiancamento a lui, ho cominciato a lavorare in autonomia, andando a svolgere gli interventi non particolarmente complessi. Entrare in casa delle persone è sempre interessante, specialmente ora che il caldo si fa sentire e le signore stanno in casa vestite con abiti leggeri. Ormai ne vedo di tutti i tipi, giovani, anziane, grasse, magre e molte, chi per un motivo o per un altro, mi suscitano pensieri che hanno poco a che fare con il lavoro.
Così, l’altro giorno, nella lista degli interventi ho trovato il nome di tale Ottavio come ultimo appuntamento della giornata. Dover lavorare spesso sotto al sole, con le temperature attuali, ha fatto si che io arrivassi a questìultimo appuntamento in condizioni a dir poco pessime. Suono alla porta e ad aprirmi è la moglie di Ottavio, una signora chiaramente avanti con l’età ma ancora molto appetibile. Capelli corti, tinti di un nero corvino, un metro e sessanta di esplosiva abbondanza con due mammelle enormi portate senza reggiseno, sotto un prendisole che non lasciava spazio all’immaginazione. Il mio sguardo deve essere stato talmente inequivocabile che la signora, quasi istintivamente, cercò di coprire malamente quel seno prorompente. Ma veniamo al dunque. La tettona mi fa fare il giro di casa e mi mostra tutti i piccoli interventi da dover fare, raccomandandomi, se possibile, di fare poco rumore, visto che il marito era allettato, reduce da una grave malattia che lo ha reso praticamente disabile. E così comincio a sistemare qualche presa e uno scarico intasato, con lei sempre accanto. E fu mentre ero con la testa sotto il lavandino del bagno che non potei fare a meno di guardare sotto il vestito dell’anziana signora, scoprendo due coscione bianche che incorniciavano la mutanda nera dalla quale usciva qualche ciuffetto di pelo bianco. La reazione del mio uccello fu immediata e non feci nulla per evitare che la signora la notasse. Finito il lavoro, mi alzai madido di sudore e con la nerchia evidentemente in tiro e la vecchia, premurosamente, mi offrì una bibita fresca, invitandomi, se avessi voluto, a rinfrescarmi in bagno. Sistemati gli attrezzi, approfittai della gentilezza e andai in bagno ma, con mia somma sorpresa, venni accompagnato da lei.
“Levati pure la maglietta, rinfres**ti bene” – Quello era un modo più che chiaro che la signora usò per dirmi che oltre alle prese dovevo dare una sistemata anche a lei. Non esitai e levata la maglia, sentii le sue mani bagnate percorrere la mia schiena. Un brivido mi percorse e lei mi fece cenno di stare zitto. Ero immobile, stupefatto e con il cazzo duro quando lei cominciò ad accarezzarmi e a baciarmi il petto. Mi sussurrò in un orecchio la sua voglia di maschio. Da quando il marito si era ammalato lei non aveva avuto più possibilità di sentirsi femmina. Mi raccontò che prima della malattia, il marito settantasettenne era ancora bello attivo e che il ritrovarsi senza la sua dose di verga la faceva star male. Le infilai le mani tra le tette enormi e le feci uscire dall’abitino scollato. Erano veramente grandi, calate, certo, ma con due capezzoli duri, grossi e scuri, fatti apposta per essere ciucciati. Presi tra le labbra i capezzoloni e cominciai a succhiare e a leccare come se le stessi succhiando il clitoride. Mi teneva la testa e sentivo il suo respiro farsi sempre più corto. Salii dalle tette al collo che mostrava chiaramente la sua età fino a infilarle la lingua in bocca. Le sue mani impazienti sbottonarono i pantaloncini, facendo uscire il mio uccello duro come il marmo. Si mise seduta sul bordo del bidet e cominciò a succhiarmelo come solo le donne di una certa età ed esperienza sapevano fare. Ero in estasi… Avrei voluto riversarle in bocca tutto lo sperma che sentivo salire su dai coglioni ma non potevo essere così egoista da non fare godere anche lei. La feci mettere in piedi, le infilai le mani sotto il prendisole e le sfilai i mutandoni. Una splendida ficona ricoperta di pelo grigio si presentò ai miei occhi. La feci sdraiare a terra e cominciai a leccarla scopandola con la lingua dal buco del culo al clitoride turgido. Gli umori che nonostante l’età colavano abbondantemente nella mia bocca erano la dimostrazione evidente delle voglie represse della signora che dopo aver goduto un pò di volte mi tirò sopra di sè per farsi penetrare. Il mio uccello non faticò a trovare la sua fica e cominciai a pomparla a dovere. Le sue mani stringevano le mie chiappe e mi spingevano contro la fica, alla ricerca di ogni millimetro di cazzo, le nostre lingue erano oscenamente intrecciate in un bacio che sembrò infinito. Sentivo il mio uccello gonfiarsi a dismisura, lo sentiva anche lei al punto che mi implorò di venirle dentro.
“Riempimi, tanto sono vecchia e non puoi ingravidarmi”. Quelle parole s**tenarono in me l’inferno e dopo qualche colpo profondo ben assestato le scaricai dentro tutto lo sperma che avevo. Fu un orgasmo devastante che ci lasciò stremati sul pavimento, abbracciati e con le labbra incollate l’uno all’altra. Ci riprendemmo, io finii di rinfrescarmi e al momento di saldare il conto, lei pagò il dovuto, mi diede una lauta mancia (“come ringraziamento”, disse) e mi chiese se ero disponibile ad andare a sistemare degli impianti nella casa al mare, prima delle vacanze. Adesso aspetto solo una sua telefonata che sono sicuro non tarderà ad arrivare. Ah, per la cronaca, l’anziana golosa si chiama Erminia e ha 72 anni.