Una cosetta a tre.
Essendo la troietta di tutti ma dormendo in camera con Lamberto, nei week end in cui rimanevo in appartamento “per studiare” qualcuno che cercava la scusa per rimanere con me ed avermi per un fine settimana intero c’era sempre.
Tra l’altro era un periodo in cui Lamberto partiva tutti i venerdì pomeriggio, si era messo assieme a una ragazza del paese da cui provenivamo prima di iniziare l’università quindi rispondeva al richiamo della figa, io lo capivo, a lui invece dava chiaramente un po’ fastidio che io stessi li a farmi scopare da qualcun altro, ma avevamo degli accordi, io ero di tutti e tra noi non c’era nessun patto di fedeltà.
Quel venerdì pomeriggio io lo passai in biblioteca, Lamberto mi salutò dicendomi che sarebbe tornato il lunedì successivo ed ero convinto che sia Dario che Alberto sarebbero andati a casa, in questo modo avrei avuto la casa tutta per me e chissà, magari avrei potuto portarci qualcuno o qualcuna per divertirci assieme e comunque non avrei dovuto rendere conto a nessuno qualora fossi rimasto fuori fino a tarda notte a seguito di incontri interessanti.
Sapevo che a una trentina di Km da dove vivevo c’era un locale frequentato da gay, lesbiche e trans, e l’idea di provare a farmi un trans mi stuzzicava da un po’.
Era deciso, sarei passato da casa a cena e a fare una doccia e sarei andato a fare un giro in quel locale.
Finii quello che dovevo fare in biblioteca, presi l’autobus ed andai verso casa, salii le scale, aprii la porta già in fregola per la serata che mi sarei regalato e invece trovai in salotto Dario e Alberto seduti sul divano a guardare la TV.
In un attimo tutti i miei progetti per una serata alla ricerca di un culetto di trans da sfondare o di un cazzo nuovo del quale il mio culo non avesse preso la forma sfumarono.
Posai le mie cose in camera e mi sedetti sul divano con i ragazzi a guardare la TV finché Alberto ruppe il silenzio e rivolgendosi a Dario chiese: “ti spiace se Gabri me lo prendo io questa sera?”.
“Veramente ero rimasto perché lo volevo io” rispose Dario.
Iniziò un battibecco fra i due al quale assistetti allibito, Alberto che diceva a Dario “tu te lo fai domani”, Dario che diceva “ma aspetta tu domani” e Alberto che di nuovo rispondeva “no, tu hai il cazzo enorme, se te lo fai per primo me lo allarghi o gli fai male e domani a me non resta niente perché o ha male o non ha più voglia”.
Intervenni stizzito: “ma che cazzo! che ne sapete se io voglio? non dovreste chiederlo a me prima?” e mentre lo dicevo mi alzai ed andai nella mia stanza lasciandoli li a battibeccare.
Dalla camera potevo sentire ciò che si dicevano anche perché non avevano certo la delicatezza di parlare sotto voce, Dario rimproverò Alberto per avermi fatto “scappare” e Alberto gli rispose “ma che ti importa? al limite grande e grosso come sei lo prendi con la forza, no? sono io che resto senza per colpa tua”.
“Che discorsi fai!” rispose Dario ad Alberto, “io sono abituato a rispettarle le persone, anche se gli sborro nel culo, non sono come te che….”
“che?” incalzò Alberto minaccioso.
Quello che avevo lasciato come un battibecco si stava trasformando in una lite abbastanza feroce, da un lato mi piaceva l’idea di essere l’oggetto della contesa, dall’altra non volevo che i miei amici litigassero, così uscii di nuovo dalla stanza, andai in salotto e chiesi loro se fossero impazziti.
Piombò all’improvviso il silenzio nella stanza rotto di li a poco da Alberto che rivolgendosi a me disse: “ti avevo anche comprato una sorpresa, ci saremmo divertiti se questo montanaro rompicoglioni se ne fosse andato a casa sua questo week end, e invece ho buttato anche un sacco di soldi.
“Che genere di sorpresa?” gli chiesi.
Non rispose, si alzò dal letto e mi disse di seguirlo in camera sua, andai con lui, aprì il suo armadio e iniziò a tirare fuori dei vestiti da donna della mia misura, c’era tutto: calze a rete, perizoma nero, giarrettiera, reggiseno imbottito di pizzo taglia prima, una minigonna nera e una camicetta bianca, scarpe col tacco, trucchi e una bellissima parrucca mora e riccia.
“Dove li hai trovati questi vestiti della mia misura?” gli chiesi.
“In un sexy shop, il perizoma è fatto apposta per i trans in modo che il cazzo e le palle non ti escano dagli elastici, così saresti stato ancora più femmina” mi rispose.
Subito mi venne in mente un’idea, lo guardai maliziosamente e gli dissi: “e se facessimo giocare anche Dario? Potrei essere la vostra ragazza per tutto il week end.
“Dario, vieni qua!” urlò subito Alberto chiamando il nostro coinquilino che quando arrivò nella stanza e vide i vestiti sul letto capì subito tutto e rimase senza parole.
“Forse non è il caso di litigare, possiamo divertirci tutti e tre” dissi rivolto a Dario mentre abbracciavo Alberto.
“Per me va bene, ma prima dobbiamo depilarti” rispose Dario, “tu che dici? li hai pagati tu i vestiti” disse rivolto ad Alberto.
“Ma si, siamo amici, che importa! fanculo!” rispose Alberto.
“Fanculo in tutti i sensi” risposi io, e scoppiammo in una grassa risata tutti e tre.
“Mi aiutate a depilarmi?” dissi rivolgendomi ad entrambi i miei amici, e fu così che prendemmo la schiuma da barba e le lamette e cominciarono a depilare tutto il mio corpo con cura, mentre lo facevano mi toccavano e mi stuzzicavano confabulando su quello che mi avrebbero fatto di li a poco e a me piaceva molto ricevere le loro attenzioni.
Finirono di radermi, Alberto mi diede una sculacciata e mi disse: “dai, adesso vai a farti bella, prenditi il tempo che ti serve, dovrai essere una femmina meravigliosa!”.
Andai a farmi una doccia veloce e nel frattempo i ragazzi avrebbero spostato in camera mia i vestiti e i trucchi perché io potessi prepararmi per loro, mentre ero nella doccia staccai la cornetta della doccia e con il tubo della stessa mi spruzzai più volte acqua all’interno del culo, così da farmi un bel clistere ed essere pulito per i miei due spasimanti.
Andai in camera mia, mi misi davanti allo specchio e cominciai a truccarmi il viso, non l’avevo mai fatto prima e non era affatto facile, ma dopo una trentina di minuti il risultato non fu affatto male. Mi vestii, calzai il perizoma, la giarrettiera, il reggiseno, le calze a rete, la minigonna e la camicetta, mi misi la parrucca e le scarpe poi mi guardai allo specchio e mi resi conto che ero davvero una bella figa.
Camminare con i tacchi non era affatto facile tanto che rischiai di spezzarmi le caviglie un paio di volte, mi esercitai un po’ camminando avanti e indietro per la stanza finché lentamente, con molta cautela, mi diressi verso il salotto dove i miei due spasimanti mi stavano aspettando.
“Wow! ma da dove esce sto gran pezzo di figa!” esclamò Dario.
“Te la scoperesti, vero?” gli disse Alberto.
“Perché tu no?” gli rispose.
Mi andai a sedere sul divano in mezzo a loro due, accavallai le gambe e subito iniziarono a toccarmi dappertutto, mi resi subito conto che quando hai le sembianze di una donna le attenzioni che ricevi sono diverse, in particolare mi baciavano e limonavano a turno mentre quando ero nei panni di un maschio erano concentrati solo sul mio culo e sull’infilarmi il cazzo in bocca.
Anche le loro mani su di me erano più delicate, iniziai a toccare i loro cazzi e li sentii diventare duri, poi mi chinai su Dario, gli slacciai i pantaloni, glielo tirai fuori e iniziai a succhiarglielo.
Mentre facevo un pompino a Dario Alberto mi tirò su la minigonna e cominciò a toccarmi il culo, mi abbassò il perizoma e si mise a leccarmelo come se fosse una fica, io mi godevo il servizietto mentre a mia volta lo facevo a Dario,
D’un tratto sentii Alberto posizionarsi dietro di me mentre mi trovavo carponi sul pavimento con la testa fra le cosce di Dario intento a succhiargli il cazzo, mi spalmò sul culo il gel lubrificante, si lubrificò anche il cazzo e posizionò la cappella contro la mia stellina.
Lentamente cominciò a spingere ma il suo fare era più dolce e delicato delle volte in cui mi aveva preso da maschio, anche quello di Dario lo era, mi stavano veramente trattando come la loro femmina e la cosa non mi dispiaceva affatto.
Dopo un po’ che Alberto fu dentro di me a scoparmi con un ritmo lento ma deciso, Dario mi prese per la testa, mi fece sfilare di bocca il suo cazzo e mi chiese: “posso avere anch’io un po’ di culetto adesso?”
“Se Alberto è d’accordo per me va bene” dissi.
Senza dire nulla Alberto si sfilò da dentro di me e si rivolse a Dario dicendo: “tutta tua, ma non la rompere che ci serve anche dopo cena e anche domani”, io sorrisi, mi alzai e mi sedetti a cavalcioni di Dario impalandomi sul suo cazzo duro ed enorme.
Non ci misi molto ad accoglierlo tutto, ormai ero abituato anche se il suo, a differenza degli altri, si faceva sempre notare particolarmente quando era dentro di me.
Alberto intanto si mise in piedi sui cuscini del divano porgendomi il cazzo da di fianco, in modo che io voltando la testa potessi succhiarglielo, andammo avanti un po’ finché Dario, da sotto di me, pian piano cambiò posizione facendo si che ci ritrovassimo con lui sdraiato sul divano, io impalato sopra di lui, e Alberto di fianco a noi, in piedi, che mi scopava la bocca.
“Sentite, e se andassimo sul mio letto?” interruppe Alberto.
“Per me va bene” rispose Dario.
Io avevo la bocca piena del cazzo di Alberto e non potei fare altro ce far cenno di si con la testa.
Dario si distese nuovamente sul letto come era prima sul divano e mi fece capire che voleva che mi impalassi ancora sopra di lui, Alberto si mise in piedi sul letto con le spalle di Dario fra le caviglie, si prese il cazzo in mano e me lo infilò nuovamente in bocca mentre me lo prendevo nel culo da Dario.
“Non è un bel vedere da qua sotto” disse Dario riferendosi chiaramente alla vista delle palle di Alberto che sbattevano contro il mio mento…
Mi tolsi di bocca il cazzo di Alberto e con tono scherzoso chiesi a Dario: “che problema c’è? mi vuoi tutta per te?” e mentre glielo dicevo mi chinai verso di lui per baciarlo e mettergli la lingua in bocca.
Lui voltò la testa di lato per sfuggire al mio bacio e disse: “ma che schifo, hai appena preso in bocca il cazzo di Alberto!”
Non mi ero accorto che nel frattempo, Alberto, tagliato fuori dal nostro gioco si era posizionato dietro di me e me ne resi conto solo quando lo sentii chiedere: “ce la fai a prendere due cazzi nel culo, Gabri?”.
Mi si gelò subito il sangue.
“No ragazzi, due nel culo no!” esclamai mentre per mettermi al sicuro cercavo di sfilarmi da sopra Dario ma lui me lo impediva stringendomi a se con le sue forti braccia da boscaiolo.
“Volevi baciarmi?” disse Dario mentre mi teneva a se, e nel frattempo cercava la mia bocca con la sua.
Ridevamo durante tutto questo, anch’io. Sapevo che di li a poco avrei rischiato di trovarmi con il culo completamente rotto, ma ridevo, era tutto un gioco, un eccitantissimo gioco!
Sentii Alberto posizionarsi dietro di me, appoggiare il suo cazzo duro fra la mia natica destra e il cazzo di Dario e spingere cercando di intrufolarsi dentro di me. Avevo paura, non credevo di farcela a prenderne due, ma conoscevo i miei amici e sapevo che non si sarebbero fermati quindi tanto valeva cercare di rilassarmi e godermi questa esperienza.
Alberto spinse senza pietà e sentii il mio ano dilatarsi al punto che, ne sono convinto, se solo avessi starnutito si sarebbe strappato. Si mosse su e giù un paio di volte e da di fianco finì sopra il cazzo di Dario, adesso li avevo dentro tutti e due e avendone uno dietro e uno davanti devo dire che non era così male, anzi!
Andammo avanti così per un po’ e quando ormai mi ero abituato ad averli dentro entrambi chiesi di cambiare posizione, Alberto si sfilò da me e io mi sfilai da sopra Dario, mi girai a pancia in su e mi impalai nuovamente sul suo cazzo, questa volta di schiena, stendendomi completamente sopra di lui che mi afferrò il petto e iniziò a strizzarmi le tette mentre mi scopava, Alzai le gambe e feci ceno ad Alberto di entrare di nuovo, non se lo fece ripetere, appoggiò il suo cazzo di nuovo contro il confine fra il mio culo e il cazzo di Dario, afferrò le mie caviglie mettendosele sopra le spalle, spinse, ed entrò.
Iniziò anche lui a muoversi dentro di me mentre io gemevo e mugolavo come una troia in calore, Alberto mi afferrò il cazzo e iniziò a farmi una sega.
“Che fai?” gli chiesi meravigliato.
“E’ il minimo che possiamo fare per far godere anche te” mi rispose.
Non aveva capito che io godo anche mentre lo prendo nel culo, ma tutto sommato una sega non mi dispiaceva così lo lasciai fare, ci misi poco a venire e mentre stavo schizzando Dario, da sotto di me, si rivolse ad Alberto dicendogli: “senti come lo stringe attorno ai nostri cazzi mentre viene, e io che pensavo di averlo rotto”.
Mi lasciai andare esausto mentre i miei amici ancora mi stavano facendo il culo, chiusi gli occhi e mi chiesero: “hey, tutto bene?”
“Si, continuate pure, io sono esausto” risposi.
“EsaustA”, sei la nostra femmina adesso, devi parlare al femminile!” disse Dario, e mentre lo diceva Alberto scoppiò dentro di me.
“Ma che schifo! mi hai sborrato sul cazzo!” esclamò Dario rivolto ad Alberto.
“Si ma quando siamo dentro non importa” gli rispose il mio amico dopo essermi appena venuto nel culo.
“Voglio venire anch’io” disse Dario e mentre lo diceva mi prese di forza, mi mise a pancia in giù sul letto e mi salì sopra penetrandomi da dietro, iniziò a fottermi violentemente con colpi veloci, decisi e profondi al punto che adesso mi faceva male davvero, glielo dissi ma non ci credette e mi rispose: “hai appena preso due cazzi contemporaneamente e dici che ti faccio male solo col mio perché ti scopo un po’ forte?”.
Non mi rimase che subire l’ira del suo cazzo finché si scaricò copiosamente dentro di me anche lui, poi si alzò sfilandolo dalle mie budella e assieme ad Alberto se ne andò in salotto dopo avermi dato un bacio affettuoso, lasciandomi li a riposare.
Rimasi un po’ da solo sul letto, presi un fazzoletto e me lo passai sull’ano per vedere se ci fosse stato sangue e capire se mi avessero danneggiato, lo guardai ed era completamente bianco, Lamberto aveva ragione: “nel mio culo potevi infilare anche un treno in corsa, l’avrebbe incassato senza batter ciglio e dopo poco sarebbe stato pronto ad un nuovo round, chissà come avrebbe reagito se avesse saputo cosa avevo appena fatto con quel culo che lui ormai iniziava a ritenere suo di diritto?